RECENSIONI
CD - NO PROFIT BLUES BAND “PLAYIN’ 4 LIFE - LIVE CONCERT”
“Poche cose fanno piacere quanto scoprire un gruppo di musicisti che condividono i tuoi stessi gusti in fatto di blues, jazz e soul: e una band come questa che trae ispirazione e attinge al repertorio di Otis Redding, Bessie Smith, Cab Calloway, Duke Ellington, Louis Armstrong e - in particolare - Ray Charles, un appassionato come me di musica afroamericana (quella vitale e creativa del Novecento pre-rap), un cultore del blues inteso nella sua accezione più ampia (da Bessie e Ray sino ai Mercer e Arlen, appunto, di "Come Rain or Come Shine"), non può che sentirla straordinariamente affine.
Quello che coinvolge, della No Profit Blues Band, è il suo cordiale eclettismo, combinato a un gusto palpabile del fare musica, al senso della dinamica e dello spettacolo, all'amore e al rispetto per i propri modelli - qualità che sono evidenti in Alberto Zorzi, con il suo pianismo sanguigno e incisivo, in Maurizio Marzaro, con il suo fluido e lucente fraseggiare bluesy, in Gianni Massarutto, con le sue invenzioni armonicistiche (i singolari riflessi di quella introduzione a "Caravan"!), nei ritmi di Maurizio Moschini al contrabbasso e Danilo Taffarello alla batteria, con l'aggiunta di Francesco “Pico” Zorzi alle percussioni, così puntuali e incalzanti. E naturalmente in Teo Pelloia, che affronta le diverse atmosfere del programma con la bella, mediterranea naturalezza che è di quei maestri italoamericani del doo-wop - un Johnny Maestro, un Dion Di Mucci - senza cercare forzature al suo canto e trovando - ora con abbandono emotivo, ora con humor-una limpida comunione melodica ai vari registri del blues”.
Recensione di Luciano Federighi, 7/05/2010
Cantautore e studioso del blues, del jazz vocale e della canzone nordamericana, il viareggino Luciano Federighi ha insegnato letteratura all’Università di California a Davis e ha viaggiato attraverso gli Stati Uniti per oltre trent’anni, sulle tracce del blues, del country, del gospel, del soul e del jazz. Collaboratore “storico” del mensile “Musica Jazz”, autore del romanzo di ambiente californiano Cielo di terremoto (Pacini 1996), del volume di racconti Strani blues dell’Ovest (L’Epos 2005) e di svariati libri su storia e poesia del blues (Blues nel mio animo, Mondadori 1981; Enciclopedia del blues e della musica nera, con altri autori, Arcana 1994; Blues on My Mind, L’Epos 2002) e sulla tradizione canora nel jazz (Cantare il jazz, Laterza 1986; Ella Fitzgerald, Stampa Alternativa 1994; Le grandi voci della musica americana, Mondadori 1997; Blue & Sentimental, L’Epos 2009), Federighi ha collaborato ad alcuni importanti festival italiani (Sweet Soul Music a Porretta Terme, Umbria Jazz Gospel a Terni, Blues al femminile a Torino), ha curato rubriche radiofoniche per la Rai e ha cantato le sue canzoni di eclettica ispirazione blues (oltre a classici del grande repertorio americano, da Duke Ellington a Percy Mayfield) in club e festival in tutta Italia, tanto con il gruppo R&B-country del chitarrista Fabio Ragghianti e dell’armonicista americano Henry Schiowitz, Fabio’s Fables, quanto con il trio jazz del giovane pianista e maestro dell’organo Hammond, Alberto Marsico. Autore di testi lirici per il compositore jazz Dino Betti Van Der Noot (Ithaca/Ithaki, su Soul Note), come cantante e occasionalmente pianista Luciano Federighi ha registrato gli album Loose as a Goose (City Records, 1979), In a Blizzard of Blue (Splasc(h) Records, 1989), Trackin’ the Blues (1991, con Marsico, rimasto inedito), e – sempre con i Fabio’s Fables - 15 Minutes & 30 Years, una raccolta di ballate, blues e temi Western Swing pubblicata nel 2004 dalla Ethnoworld. Nel 2007 la voce baritonale e “soulful” di Federighi (che cita Percy Mayfield, Jimmy Witherspoon e George “Possum” Jones tra le sue ispirazioni) si è ascoltata in Forgotten Dreams (103 Records), con un quartetto del chitarrista Tiziano Montaresi: collage di melodie e liriche originali in una eccentrica chiave swing e blues, canzoni condite di humor e malinconia e spesso evocative delle atmosfere dei grandi “film noir” degli anni Quaranta e Cinquanta, un genere del quale Luciano è appassionato collezionista e ricercatore. Tre anni più tardi il Federighi cantautore ritorna con On the Streets of Lonelyville, sempre in compagnia di Montaresi e Schiowitz e con la swingantissima presenza di Alberto Marsisco e del sax tenore Diego Borotti.
Presentazione e note a cura di Frank Sorrenti
NO PROFIT BLUES BAND
Per poter parlare di questa superlativa band trevigiana, formata in buona parte da stimati ed affermati professionisti del settore medico, ho tratto lo spunto sia dall’ascolto del loro recente Cd "No Profit Blues Band Playin’4Life", una registrazione live al Teatro Comunale di Treviso, che dalla frequentazione ai loro numerosi concerti e partecipazioni a spettacoli vari, durante i quali ho apprezzato la bontà della loro proposta.
Se da un lato raccolgono unanimi e positivi consensi dalla critica, dall’altro riescono a coinvolgere emotivamente il pubblico, per mezzo di un interplay che trasmette entusiasmo, spontaneità, buon umore ed una tangibile dose d’autoironia, che conferisce spessore e credibilità alle loro performances.
Il loro particolare sound, in bilico tra jazz, blues, funky, soul e pop music ( pop nel senso anglosassone del termine, ovvero di richiamo popolare) è una miscela piacevole ed esplosiva, che si articola in un’avvincente alternanza di sapori, aromi ed umori a presa rapida, che vanno dritti al cuore dell’ascoltatore, raggiungendo vertici espressivi non facilmente praticabili da chi si cimenta in questo genere, soprattutto in presenza di brani che operano una rivisitazione di autori ed interpreti di varia estrazione, impostazione e periodo storico: Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Ray Charles, Cab Calloway, Otis Reading , Freddie King, Cole Porter, Hoagy Carmichael e molti altri.
Tecnicamente i pregi maggiori del gruppo vanno ricercati nell’assoluta e rimarchevole pariteticità dei ruoli, al servizio di una perizia esecutiva di ottimo livello, funzionale al repertorio brillante, spiritoso e ritmato, che offre una calibrata, penetrante e fresca fragranza, grazie anche ad un soffice, plastico timing jazzistico ed un senso del blues, insolito per degli interpreti bianchi, certamente frutto di una sincera adesione ai modelli di riferimento.
Il lungo sodalizio ha negli anni perfezionato ed affinato un marcato affiatamento tra i vari componenti, imponendo una cifra stilistica caratterizzata da un incedere che rende le loro prestazioni vivaci, dalla solida musicalità, dai contorni affascinanti, senza cedimenti dilettantistici, nei quali si intrecciano eleganza, raffinatezza ed un incisivo blues drive tipico della musica afroamericana.
In concerto offrono delle melodie curatissime, ricche di continue trovate negli arrangiamenti, con un piacere indegradabile nel creare suoni facili e sofisticati nello stesso tempo. L’estetismo che lo distingue è quello di una band che possiede ancora energia e fantasia, ma soprattutto il feeling, oserei dire (anema e core), necessario per sfilare suoni come delle perle preziose, con la semplice congiunzione di tre parole, ispirazione, delicatezza e semplicità, e scusate se è poco!
Lo zoccolo duro del gruppo è formato da Gian Alberto Zorzi al piano, fine tessitore di armonie e di decorazioni melodiche argute, in possesso di un fraseggio efficace, asciutto, percorso da scabri abbellimenti, che tuttavia con molto garbo sa dare flessibilità e profondità espressiva, la sua principale influenza è sicuramente il misconosciuto al grande pubblico, ma grande pianista-cantante di blues Cousin Joe Pleasant. Maurizio Marzaro alla chitarra combina l’economia al gusto, all’eleganza senza sfoggio di particolari risorse tecniche, le sue armonizzazioni, condotte con molto rigore e trasparenza, delineano scenari pienamente riscattati dalla discrezione della trama ritmica, mentre con morbida tensione ancor più negli assolo, stante l’assenza di vezzi e trucchi, gli permette la costante fedeltà a certi fondamentali valori jazzistici che vanno ad ingentilire il suo fraseggio, in lui si sentono gli echi di Wes Montgomery, Joe Pass e sul versante rock-blues di Eric Clapton. Alla batteria Danilo Taffarello, con un lunghi trascorsi nella musica pop italiana e un drumming, in particolare nella scansione dei tempi, di chiara matrice rock, mentre da un esame più attento si rileva come il suo gioco percussivo e la sua preparazione tecnico-stilistica riescono mirabilmente a conciliare: drive travolgente e grande aplomb. La sua robusta vitalità e naturale coordinazione offrono spunti di energetica esuberanza nei passaggi, dove sono richieste più marcate scomposizioni ed accentuazioni ritmiche, al passo con jazz e blues. Infine Maurizio Moschini al basso elettrico e contrabbasso traccia con precisione linee tematiche dal suono pulito, denotando in ogni situazione una bella malleabilità espressiva, atta a fornire il substrato ritmico-melodico, che sapientemente lega l’ensemble, con il suo walk bass che lascia affiorare dall’apparente relax, convinzione e mordente.
Questi musicisti dal 2002 ad oggi hanno attraversato i tempi e le mode senza mutare il proprio aspetto artistico, mantenendo una velocità di crociera adeguata alla loro cilindrata, ai loro itinerari, senza sbavature, apportando solo piccole e minuziose modifiche, con l’aggiunta di qualche amico, vedi il preparatissimo Gianni Massarutto all’armonica, il sicuro, spumeggiante e tecnicissimo Gilberto Giusto al sax ed in tempi più recenti quattro professionisti tra fiati, ottoni ed ance; piccole, ma importanti correzioni migliorative di alcune mutate esigenze interpretative, non ultimo l’inserimento di nuovi brani. Da evidenziare al djèmbe, uno strumento a percussione della tradizione africana, la grande maestria ed intensità interpretativa di Francesco “Pico” Zorzi - figlio d’arte - che aprendo nuovi scenari e orizzonti, ha aggiunto dinamiche e tensioni dall’effetto stimolante, dimostrando che l’accadere ritmico non può essere racchiuso in una formula, dove tempi diversi gli uni dagli altri coesistono contemporaneamente affiancati e sovrapposti.
Francesco Sorrenti
STORIA
Abbiamo creato la NO PROFIT BLUES BAND sette anni fà con l’intento di usare la nostra passione per la musica per sostenere iniziative di beneficenza. Diversi impieghi per un diverso modo di far “non profit”, essendo solidali con chi ha necessità.
Rigorosamente da non professionisti, abbiamo in comune la passione per lo swing dei cantanti come Ella Fitzgerald, Ray Charles, Louis Armstrong, Frank Sinatra, e per il blues, la musica “non scritta”, la “musica del diavolo”, che è divenuta l'insostituibile comune denominatore per tutti i musicisti che si cimentano nell’improvvisazione.
Siamo: Gian Alberto Zorzi, piano, Maurizio Marzaro, chitarre, Danilo Taffarello, batteria, Maurizio Moschini, basso.
Negli anni vari musicisti e appassionati hanno partecipato ai concerti e alle inziative di beneficenza della band, e recentemente si sono aggiunti all’organico iniziale, nato nel 2002 con il debutto al teatro Verdi di Padova per una raccolta fondi per l'Alzheimer, Gianni Massarutto, all’armonica, e una sezione fiati costituita da quattro musicisti professionisti.
Numerose le esibizioni della band, fra le altre una serata al Teatro Verdi di Padova a favore della ricerca contro il morbo di Alzheimer, al Parco del Comune di Silea a sostegno del Servizio di Emodialisi dell’ULSS n° 9, più volte all'Ombrajazz, rassegna musicale trevigiana, per contribuire alla ricerca sulle malformazioni congenite correggibili con ingegneria tissutale, al Teatro Sociale di Treviso per l'Unione Italiana Ciechi, al Teatro Dina Orsi di Conegliano a sostegno di un progetto per la disabilità mentale, in più occasioni a favore della Cooperativa Solidarietà di Treviso che accoglie persone con handicap e disadattamento sociale, a favore di Emergency nel vecchio paese di Dolo, a favore dell’Associazione Amici del Cuore per la riabilitazione dei pazienti cardiopatici nella cittadina di Oderzo, per l’Unicef a Treviso, a Cavallino-Treporti insieme a molti altri artisti per una raccolta fondi a favore del paese di Vallà danneggiato dalla tromba d’aria del 2009, a favore dell’ADVAR, associazione per le cure domiciliari, a favore di una raccolta fondi per la Sierra Leone sostenuta da Padova Ospitale, infine in più occasioni per la LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, dell’ULSS di Treviso a favore di progetti di sostegno delle pazienti operate per tumore al seno, nei teatri Eden e Comunale di Treviso.
In tutte queste occasioni abbiamo raggiunto lo scopo primario di rendere note le finalità dell’Organizzazione/Associazione promotrice dell’iniziativa, e di raccogliere fondi a favore dell’iniziativa stessa.
Più recentemente la No Profit Blues Band ha prodotto un cd (NO PROFIT BLUES BAND PLAYIN’ 4 LIFE) registrato dal vivo in occasione di uno spettacolo al Teatro Comunale di Treviso a favore della LILT, che raccoglie una parte del repertorio di classici del blues, del soul e del jazz che amiamo.
MISSION
La No Profit Blues Band è un’Associazione senza scopo di lucro che si adopera per la raccolta di fondi a favore delle categorie deboli e della ricerca, e sostiene iniziative di fund raising in collaborazione con quanti, enti pubblici o privati, abbiano la necessità di finanziare progetti altrimenti non sostenibili.
L'idea è maturata grazie alla quotidiana constatazione delle difficoltà nella realizzazione di moltissimi progetti di sostegno, nella salute come nella ricerca, nell’educazione piuttosto che nel miglioramento della qualità di vita, non solo nel nostro paese ma anche all’estero in moltissimi ambienti in cui il livello socio-sanitario è scadente.
La band usa ospitare nei propri concerti altri musicisti che vogliano partecipare a queste iniziative di beneficenza.